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domenica 22 giugno 2014

Ecosofia

                                                       Liguria da salvare, acquerello 38x50

Ecosofia è un neologismo che mette in relazione l'amore per il sapere con l'amore per l'ambiente e la sua conservazione. Dunque un sapere utile all'equilibrio uomo e ambiente, ovvero l'ecologia profonda come forma di pensiero. Nasce cosi una rinnovata attenzione a quello che si rischia di perdere per sempre e cioè il paesaggio come sintesi di natura e cultura formatasi nei secoli. Questo rinnova anche un nuovo interesse per i valori umani.
La cultura che ne scaturisce cambia anche il nostro giudizio estetico: quello che prima appariva bello perchè generava ammirazione per la volontà di potenza e le possibilità della tecnica, ora ci appare incombente e pericoloso per la nostra salute e per quella del pianeta.
La bellezza di una costruzione risulta quindi da una delicata alchimia tra la capacità di chi l' ha progettata e costruita di mettersi in relazione con il contesto ambientale e umano e la capacità di chi ne fruisce di mettersi in uno stato contemplativo che permette di percepire questa attenzione alla vita  e alla felicità. Ma tutto questo si genera solo in condizioni particolari di pienezza del vivere e soprattutto di soddisfazione e di gioia, emozioni che passano attraverso l'individuazione e l'appartenenza   e sono messe in fuga dal titanismo incombente imposto dal di fuori che stravolge il paesaggio consolidato.

6 commenti:

  1. Ecosofia e Bellezza.Difficile non condividere questa aspirazione ad un equilibrio Uomo / Natura e più in generale alla Bellezza come obiettivo esistenziale.

    Purtroppo le mie cattive letture mi portano a valutare questi problemi anche da angolazioni diverse. Mi riferisco al tema della "Sostenibilità" che a, proposito e a sproposito viene brandito per valutare gli effetti dell'attività umana(architettura compresa) sull'ecosistema. .Al riguardo mi ha colpito un recente articolo comparso su " Le scienze" a firma di uno dei fondatori di Greenpeace . Veniva spiegato, in modo a mio parere convincente, che non tutte le battaglie ecologiche sono fondate.Citava ad esempio la battaglia condotta contro la introduzione di una varietà di riso OGM in alcune zone del sud- est Asiatico . Gli attivisti sono arrivati a distruggere alcune coltivazioni sperimentali salvo riconoscere col senno di poi che tali innovazioni avrebbero potuto risolvere i problemi alimentari di detti territori .
    l'esempio citato è a mio avviso indicativo di come il tema della "sostenibilità ambientale" vada affrontato senza furori ideologici ma con un approccio multidiscipinare che consideri temi quali : evoluzione demografica e climatica ; soluzioni tecnologiche applicabili per la soluzione dei problemi alimentari, energetici, di approvvigionamento idrico e sanitari per masse crescenti di esseri umani.
    Tutto ciò senza inficiare la correttezza del tema iniziale ma per indicare che il problema "grattacieli si/ grattacieli no" o quello sull'uso del territorio acquista maggiore validità se inquadrato in una logica più ampia e complessa.
    Cordiali saluti . C.Spighi

    P.S.dispiacerà all'arch. Spada ,ma me i grattacieli piacciono e mi sembra che alcuni rispondano anche a canoni di bellezza.

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    1. Sono d'accordo su tutto quanto dici. Non sono mai stato amico dei verdi del no ed ho fondato l'Istituto sul presupposto di un approccio sistemico e non riduzionista al rapporto uomo e ambiente. Esiste la stupidità scientista ma anche la stupidità ecologista. Bisogna uscire da contrapposizioni e dicotomie ma attraverso un presupposto fondamantale che è quello del benessere e dei valori umani. Purtroppo l'economia capitalista attuale basata sul libero mercato e sul culto del denaro spesso lo dimentica. Quanto ai grattacieli ritengo che sia una tipologia superata perchè crea più problemi di quelli che vorrebbe risolvere ed appartiene alla ideologia del futurismo tuttavia ho precisato nel mio libro L'altro architetto che questo vale per gli scopi abitativi per altri scopi, elencati nel libro, non ci sono controindicazioni.. Che anche un grattacielo possa apparire bello poi non è escluso ma a parer mio dovrebbe essere metabolizzato dal contesto in cui sorge e per questo è necessario uno studio appropriato e tempo per la sua integrazione, cose molto lontane dalla attuale logica del profitto e dell'ubriacatura ipertecnologica che progetta edifici identici a Dubai come a Milano.. Vedi il primo post di questo blog, tra l'altro il più visitato.

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  2. "Egli è pur certo che l'ordine antico delle stagioni par che vada pervertendosi. Qui in Italia è voce e querela comune che i mezzi tempi non vi son più..."; Leopardi, Zibaldone, paragrafo 4242, 1827...mi fa sorridere.

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    1. Il tuo commento è come al solito colto ma un po' criptico. Vuoi dire che già ai tempi di Leopardi si discuteva di ecologia?

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  3. Si, effettivamente Leopardi, anticipatore come pochi, dimostra di avere una sensibilità ecologica "ante litteram". Pensa che in altra pagina dello Zibaldone si chiede come cambierà il mondo con lo sviluppo dell'aeronautica. Grande pensatore che andrebbe diffuso molto più approfonditamente, e pure molto ironico, mi riferisco alle Operette Morali che sto leggendo con vero gusto. A me, comunque, i grattacieli non dicono granché, specie quando non portano ricchezza: mi diceva un impresario che anche i calcoli progettuali li fanno fare in India da architetti indiani.

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    1. Tutto per risparmiare immagino. Come volevasi dimostrare che la machine à vivre di Lecorbusier la si può costruire a pezzi in paesi a bassi costi di manodopera per montarla poi sul luogo distante migliaia di chilometri, alla faccia del risparmio energetico e del genius loci.

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