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sabato 7 febbraio 2015

Il buon Presidente

                                         Il risveglio. 2013, olio su tela, cm. 50x70

Ecco, abbiamo il nuovo Presidente della Repubblica in Italia. Questo evento ci induce ad alcune riflessioni sulla natura del potere, sulla vita e sulla felicità. Sembra che questo  Mattarella sia una brava persona o che perlomeno sia un ex democristiano, cristiano per davvero. Lo dipingono come un uomo riservato e solitario esponente di una famiglia notabile di Palermo, dove il padre è stato anch’egli ministro e il fratello Presidente della Regione è stato ucciso dalla mafia. Mi pare una buona presentazione per chi deve rappresentare uno Stato come l’Italia. Mi chiedo come uno possa sentirsi catapultato sulla carica più importante della Repubblica.  Qui occorrono alcune rislessioni sulla natura del potere e sul desiderio di esso. Possiamo definirlo come la possibilità di alcuni di disporre della vita di altri. Al dilà della differenza tra il Potere di un Re e quello del Presidente di una repubblica, e tralasciando il contrasto tra un potere dispotico ed un potere democratico, sempre di quello si tratta, di incidere sulla vita di altri. E’ evidente che chi si occupa di politica vuole in qualche modo raggiungere il potere altrimenti farebbe altro. Platone diceva che se non vogliamo occuparci di politica lasciamo poi che al potere vadano gli stupidi e gli ignoranti.  Nel migliore dei casi si vuole raggiungere il potere per cambiare in meglio la vita del popolo ma anche per ambizione e cioè per sentirsi riveriti e ascoltati. Ognuno di noi aspira alla felicità, cerca il significato della sua vita e vuole compierlo,  vuole acquisire il senso della connessione con il trascendente, desidera che gli altri lo rispettino e vuole sentirsi sicuro. Tutto questo lo puo’ ottenere in diversi modi a seconda del suo livello di coscienza.  Si va dalla violenza sugli altri,  confondendo il dominio con la sicurezza, al sacrificio di se per gli altri, manifastezione della estrema forma d’amore.  E’ evidente che ai fini di una vita migliore per tutti sarebbe opportuno che al potere ci andassero questi ultimi ma purtroppo, da che mondo è mondo, non è cosi’,  le cariche più importanti le desiderano e le conquistano spesso i prepotenti, i malfattori e i demagoghi, per tralasciare i pazzi ed i sadici.  Il potere, proprio per questa sua caratteristica di illusione di superiorità, funziona come un droga : ti fa sentire forte e grande anche perchè oggetto di continuo servilismo  da parte dei collaboratori. Non a caso in tutte le tradizioni religiose il mistico, ovvero colui che vuole incontrare la verità, abbandona il potere come la più pericolosa delle idolatrie. Si ricordano le tentazioni di Gesù nel deserto per i cristiani. Tornando al tema della felicità, dunque essa non ha a che fare con il potere ma con l’interpretazione della propria natura. La saggezza greca diceva conosci te stesso e mantienti lontano dalle passioni, questo ti porterà all’eudemonia ,ovvero la felicità. Che c’é dunque da festeggiare per l’assunzione di un potere sia pure il più alto dello Stato ? Nel sessantotto uno slogan recitava : la fantasia al potere, sbagliando e confondendo fantasia con creatività, tuttavia il senso era che al potere ci andassero coloro che non si identificano con esso ma che usano le proprie risorse creative al servizio altrui . Speriamo che Mattarella sia fra questi. Il fatto che abbia mostrato molta riservatezza fa sperare che senta il peso di questa responsabilità e che non si esalti per il potere in se ma lo senta come il compimento della sua missione in questa vita.