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sabato 9 novembre 2013
Creatività
Creatività
Parlando di bellezza molti mi interrogano sul suo significato. Per me coincide con creatività, termine che non va confuso con fantasia. Uno slogan famoso nel 68 era "la fantasia al potere" ma si equivocava perchè il vocabolo giusto sarebbe stato la creatività. Infatti mentre la fantasia ha valenze anche negative la creatività invece non ne ha. Si è definita nel precedente post la bellezza come l'equilibrio omeostatico che riflette la potenza vitale cosmica: bellezza dunque è relativa ad uno stato di benessere, di unificazione e di interrelazione, equivale a vitalità ed è relativa non solo all'uomo ma a tutta la vita in generale con la quale l'uomo è strettamente correlato. E' vitale un organismo che passa da uno stato di non essere (separatezza) ad uno di essere (interrelazione). Creatività è la stessa cosa, cioè la capacità di passare da stati di malessere (o non essere) a stati ben essere ovvero ricavare vita da uno stato di non vita. Lo stato di morte in natura è lo stato di separazione, basti pensare alla decomposizione organica, quindi in generale la creatività è la capacità di passare da uno stato di separatezza a uno stato di unione. Poichè l'unione è un inserirsi in un contesto globale in relazione con il tutto ciò significa sentirsi in armonia con il cosmo intero nell'accezione greca di ordine superiore orientato alla vita. In questo modo evoluzionismo e creazionismo coincidono, è il contenuto di creatività che determina la vita e quindi la bellezza del cosmo. Ciò non significa che non vi siano aspetti distruttivi nella creatività naturale ma la distruzione è funzionale ad un nuovo equilibrio più vitale: il tutto scorre di Eraclito riassume bene questo concetto, la natura è funzionale alla vita ed orientata al miglior equilibrio vitale che è sempre dinamico perchè sintesi di contrari. L'uomo, come essere naturale, è tendenzialmente creativo in quanto orientato a trascendere il suo stato personale di separatezza verso stati di unione che gli danno benessere e vitalità, salvo quando persegue il dominio come succedaneo del trascendimento per saziare il suo ego. La natura è bella dunque perchè frutto della creatività della vita e l'arte lo è altrettanto quando frutto della naturale creatività dell'uomo. L'amore è la capacità di aiutare a passare da situazioni di malessere a stati di benessere. Dunque bellezza e creatività sono attributi dell'essere, amore è l'azione per aiutare a raggiungerli, sia rivolta verso se stessi che verso il mondo, è la colla creativa dell'universo.
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Mi piace l'accenno alla coincidenza fra l'evoluzionismo e il creativismo. L'evoluzionismo agnostico darwiniano (nessuno scopo, nessuna finalità nel divenire delle cose, tutto si è autoformato e sviluppato all'insegna della casualità) urta, o si affianca, ad un evoluzionismo non privo del principio finalistico (Teilhard de Chardin), che ben si concilia col panta rei eracliteo. Il problema è l'"amore", invocato da Maurizio. Quale tipo di "amore"? L'amore cristiano?, l'"amor proprio" leopardiano, senza il quale non esiste l'azione, connotato di pessimismo, come molta cultura del secondo ottocento (Schopenhauer, Hoffman, lo stesso scetticismo nichilistico di Nietzsche), pessimismo a posteriori plausibile dati i disastri succedutisi!? Ma sono d'accordo: bellezza e cratività sono attributi dell'essere, a patto però che l'"essere" sia messo in grado di risolvere il problema dell'...essere, cioè di procurar(si) piacere anche materiale. La felicità include la soddisfazione dei bisogni e delle aspirazioni mondane, ed i felici devono possedere tutti e tre i tipi di beni: esterni, del corpo, dell'anima. Creatività è dunque nella cultura occidentale sinonimo di dionisiaco, di amore, di vita, e di bellezza.
RispondiEliminaL'amore in effetti è una delle cose più difficili da definire come per la bellezza ci si scontra con il sentimento che è per sua natura sfuggente. I Greci a questo scopo ne avevano dato tre definizioni: eros, o amore sessuale e istintivo, filia, o amore dell'amicizia e agape o amore spirituale.
EliminaPer me amore è un riflesso della gioia primordiale, che coincide con creatività, e che dona la vita e quindi la bellezza. L'amore cristiano spesso presuppone la rinuncia e la mortificazione dei sensi e quindi non è un riflesso della gioia che dovrebbe riverberare anche su se stessi. La manifestazione d'amore è relativa al nostro grado di evoluzione e quindi al nostro grado di creatività. Se non vi fosse amore nel mondo non vi sarbbe vita, è vero che vi ètanto odio ma evidentemente vi è ancora amore a sufficienza. L'amore dà realtà alle cose. Già il filosofo agrigentino Empedocle lo affermava circa cinquecento anni prima di Cristo.L'amore permette alle cose di esistere fuori non vi è esistenza. Questo spiegherebbe perchè ci si sente più vitali quando si ama qualcuno o qualche cosa: così si segue la legge universale di unificazione e di appartenenza, si lascia passare il mondo dentro di noi e ci si abbandona al destino come libertà di scelta naturale. Se non vi fosse questa realtà profonda dell'amore che soggiace ai fenomeni del mondo non ci innamoreremmo nemmeno e non vi sarebbe neppure l'arte. Il vero artista ama la sua opera ed opera immerso in uno stato di benessere che poi rimpiange e quindi continua a ricercare come linnamorato. L'opera o la persona erano un tramite per raggiungere la realtà profonda attraverso l'abbandono, in questo stato si sente un senso di necessità compiuta, di appagamento e di appartenenza ad un misterium magnum. Ma visono diversi livelli come già detto.