La Cascina è sita nella
depressione morenica della valle del Ticino, in comune di Robecchetto con
Induno frazione Malvaglio nei pressi del luogo dove sorgeva il Molino del
Guado, risalente ai mulini del Naviglio poi gestiti dall’Ordine degli Umiliati. Fino agli anni ‘50 vi era Osteria
con alloggio. Sia il Molino che l’Osteria finirono demoliti entro quel periodo.
Del Molino restano le grandi pietre in granito per l’appoggio delle “ruote”. La strada (breccia) che congiunge
in 840 metri la provinciale con la località della Cascina del Guado è comunale,
e portava fino al 1602 al ponte in legno che traversava il Naviglio. I Bossi
che infeudavano Induno con Guado, non accettarono il ponte in pietra proposto
dallo Stato di Milano e demolirono il ponte in legno. Successivamente si
insediò un traghetto a fiume.
La Cascina, per alcune
costituzioni di materiali impiegati, rivela l’antico insediamento del XVI
secolo per una parte, mentre l’attuale assetto di pianta risale,
presumibilmente alla fine del XVII secolo. La costruzione contadina, con la
muratura ancora parzialmente in sassi del Ticino, ospitava da tre a sei fuochi
(navirolli, campari e molinari) fino al più recente secolo XIX, in cui fu
adibita a dimora di “Bergamini” in transumanza con i bovini a svernare.
La Cascina è stata rilevata
nell’anno 1969 dal pittore Daniele Oppi al rientro da New York. Sbrecciata al
tetto in più punti, con finestre murate o devastate, appariva un rudere senza i
serramenti o altre finiture. Il nuovo proprietario assecondava
scrupolosamente l’impianto allo status quo (ancora oggi evidente) intervenendo
con infissi e con la necessaria impiantistica, prendendo domicilio fisso in
cascina e residenza nel comune di Robecchetto con Induno.
Nel 1971 una concessione edilizia
consentiva l’occupazione dell’area di una rudimentale tettoia per costruire una
loggia a colonne seicentesche in serizzo battuto a mano, provenienti da un
cantiere di via Santa Sofia di Milano, sul fronte del Naviglio. Venivano
mantenuti i piccoli capanni “rurali”.
L’atelier di Oppi diventa allora
punto di ritrovo e libero riferimento per artisti, critici e operatori
culturali, come Erik Gustafsson, Hector Roberto Carrasco (Mono), De Lima
Medeiros, Augustin Espanol Viñas, Franca Lally, Max Capa, Franco Russo, Renzo
Sommaruga, Giancarlo Gragnani, Henry Baviera, Oreste Amato, Dino Baranzelli,
Piero Fabbri, Pino Colla, Cesare De Ferrari, Lacquaniti, Mario De Micheli, Mike
Megale, Mike Selig, Bill Firschein, Luciano Capitini, Ernesto Tavernari,
Adelina Aletti, Stefano Pizzi, Paolo Baratella, Leonardo Capano, Emilio Tadini,
Mario Spinella, ecc. (anni 1969-1976). In quegli stessi anni veniva formandosi
una biblioteca ed una emeroteca sempre più rilevante, fino agli attuali 14.000
pezzi circa. Contemporaneamente, con il
contributo di molti giovani del territorio limitrofo, partiva l’attività
“SPAZIO-PROVA per vivere, Arte fuori Arte, Lavoro fuori Lavoro”, un cantiere
propositivo che creava opere in serigrafia manuale, l’edizione de “Il
Guadolibro” (una raccolta testimoniale documentaria e artistica) e una collana
di volumetti di riflessioni etico-sociali. Da un gruppo di questi stessi
giovani nasceva la Cooperativa culturale Il Guado, 1973, poi trasformata in una
Coop di lavoro, e una piccola Cooperativa Malvaglio “Bar Italia”, che aveva
rilevato la licenza da un vecchio omonimo bar in frazione Malvaglio, dove si
formò “La Bottega del Libro” e la LAL (Libera Associazione del Libro).
Prendeva forma sulla base di una
idea e un progetto strutturato da D. Oppi con i giovani locali e non la funzione principale della Cooperativa il
Guado, e cioè assistere, formare, predisporre, ed eseguire la comunicazione
dell’Ente Locale per mezzo della stampa periodica.
Un progetto oramai oggi
fortemente (e stabilmente) operativo.
Interessanti sono quegli aspetti
di formazione e acculturazione che in forma spontanea e naturale hanno come
matrice endogena la Cascina del Guado e la sua attività legata alla
comunicazione, che negli anni successivi (dal 1978 al 1988) riprende i temi
cari alla ricerca del design, della grafica, del marketing e della pubblicità
innovativa a sedimento-base culturale. Una folta schiera di giovani cresce in
questa sorta di terreno di coltura, avanzando in professionalità ed esperienza
su due direttrici (o filoni) di intervento .
La vocazione editoriale ha sempre
caratterizzato ogni iniziativa, mentre gli aspetti documentali hanno fatto sì
che si accumulasse un interessante quanto fitto archivio dei materiali
prodotti, consistenti in fotografie, filmati, ampia produzione di ciclostilati,
opere grafiche in serigrafia e xilografia, opuscoli tipografici con
composizione a mano, raccolte di disegni, ecc.. In varie occasioni questi
materiali sono stati esposti in bacheche presso la sede della Cascina del Guado
con visite periodiche organizzate dai distretti scolastici, per classi della
scuola dell’obbligo dalle elementari alle medie. In altri casi le mostre sono
state allestite presso le scuole o in sedi istituzionali.
Al Guado si possono
individuare cinque periodi principali:
Primo periodo: Cantiere laboratorio
con intensa attività insieme ad artisti delle varie discipline, ma soprattutto
con i giovani del territorio alla ricerca di risposte alle loro pressanti
domande epocali. Il gruppo di vita e lavoro formatosi per spontanea
aggregazione è ampiamente documentato nei materiali d’archivio, tra cui molte
pubblicazioni originali poi adottate dalla Lega per le Autonomie e Poteri
Locali e le proposte per i circoli Arci e i circoli Legacoop. Il periodo è
caratterizzato dal contatto il più possibile decentrato con le popolazioni del
territorio limitrofo, praticamente dall’abbiatense, al magentino, fino al
castanese.
Secondo periodo: si tratta
della continuazione pratica e applicativa dei principi del primo periodo. Si
può parlare di trasformazione nel senso della razionalizzazione delle attività
attraverso la fondazione della Cooperativa il Guado, avvenuta nell’aprile del
1973.
Terzo periodo: la cascina
del Guado vede svilupparsi la tendenza artistico-culturale, in parte
riprendendo le motivazioni sia del primo che del secondo periodo, lavorando
sulla preparazione di un’oggettistica di artigianato d’arte, sotto la
denominazione di “Guado, Casa della Creatività”. Laboratorio di ceramica,
torchio di incisione e basi serigrafiche, preparando oggetti originali,
seriali, a piccola produzione firmata.
Nel 1991 il terzo periodo si
arricchisce di nuovo impulso in direzione specificatamente artistico-culturale
con la fondazione della Società Cooperativa Raccolto a.r.l. che ha sede presso
la Cascina del Guado e che caratterizza tutte le iniziative degli ultimi anni.
In questa fase si incrementa
ulteriormente il patrimonio documentale e librario e si intraprendono programmi
di eventi e grandi eventi concentrati in collaborazione condiversi Enti Locali
e Istituzioni o Fondazioni private di cui sono disponibili tutte le relative
documentazioni.
Lo Statuto della Cooperativa
prevede anche attività editoriali (RaccoltoEdizioni).
Nel 1995, al Guado, rinasce “il
Foglio dell’Umanitaria” bollettino dello storico Ente fondato da P. Moisè Loria
nel 1893 che ha come motto “aiutare i diseredati a risollevarsi da sé
medesimi”. Daniele e Francesco Oppi, con gli artisti del Raccolto, saranno
animatori di numerose iniziative culturali nei chiostri dell’Umanitaria fin dal
1994.
Merita menzione il periodo
1998/2001 caratterizzato da alcune realizzazioni editoriali per il Politecnico
di Milano, AA.VV. e materiali di comunicazione per la Valle Bormida, oltre alla
cura editoriale del periodico della Fondazione Società Umanitaria.
Quarto periodo: La nascita
del Padiglione d’Arte Giovane di Inveruno caratterizza questa fase tuttora in
evoluzione. Su impulso di Francesco Oppi, nel
periodo 2001-2004, si potenziano le attività editoriali (Raccolto Edizioni) con
il volume “Il Modello Umanitaria” (110° anniversario della Società umanitaria)
e “La città ideale” (125° anniversario della SEAO) e poi altre rilevanti
pubblicazioni storico documentarie.
Gli anni 2002-2004 vedono lo
sviluppo della incisività della cooperativa RACCOLTO dovuto principalmente a
Francesco Oppi.
I giovani cominciano a ritornare
protagonisti (come negli anni ‘70) alla Cascina del Guado.
Intanto, nel 2002, il Comune di
Milano conferisce la Medaglia d’Oro di benemerenza, Ambrogino d’oro, a Daniele
Oppi (Presidente della Cooperativa Raccolto).
Il 2006 è segnato dalla scomparsa
di Daniele Oppi. L’eredità di intenti e di impegni portati a buon fine è
enorme. La Cooperativa Raccolto elegge Francesco Oppi alla presidenza.
Quinto periodo:
Si sviluppa e consolida il
settore editoriale (tra il 2006 e il 2012 vengono curate e/o coordinate oltre
90 edizioni per privati ed Enti) e si rafforza l’impegno delle nuove
generazioni di “guadisti”.
Il Guado è anche catalogato
ufficialmente come struttura architettonica storica del territorio Lombardo,
facente parte del patrimonio culturale e paesaggistico rappresentato dai nuclei
rurali e dal sistema delle cascine presenti sul territorio della valle del
Ticino. Esso è, difatti, indicato tra i beni di rilevanza culturale della
Regione Lombardia.
La cascina Castello
La cascina Castello a Spessa in provincia di Pavia, sulla sponda sinistra del Po, è un altro esempio del riutilizzo delle cascine lombarde come centri della nuova attività culturale. E' un ampio edificio agricolo edificato nel XV secolo e ristrutturato secondo criteri di alta efficienza energetica, utilizzo di energie rinnovabili, con una particolare attenzione alla sua natura architettonico-storica e soluzioni che connotano questo progetto come modello di turismo sostenibile e accessibile a tutti grazie a un ostello che fa parte del centro culturale Artemista. Questa associazione porta avanti un progetto ambizioso rivolto al teatro e alla musica oltre a progetti sociali e di educazione ambientale. Artemista ha fatto rivivere la cascina con sale prove per danza, teatro, uno studio di registrazione e diverse sale di ripresa anche per grandi ensemble.