Liguria da salvare, acquerello 38x50
Ecosofia è un neologismo che mette in relazione l'amore per il sapere con l'amore per l'ambiente e la sua conservazione. Dunque un sapere utile all'equilibrio uomo e ambiente, ovvero l'ecologia profonda come forma di pensiero. Nasce cosi una rinnovata attenzione a quello che si rischia di perdere per sempre e cioè il paesaggio come sintesi di natura e cultura formatasi nei secoli. Questo rinnova anche un nuovo interesse per i valori umani.
La cultura che ne scaturisce cambia anche il nostro giudizio estetico: quello che prima appariva bello perchè generava ammirazione per la volontà di potenza e le possibilità della tecnica, ora ci appare incombente e pericoloso per la nostra salute e per quella del pianeta.
La bellezza di una costruzione risulta quindi da una delicata alchimia tra la capacità di chi l' ha progettata e costruita di mettersi in relazione con il contesto ambientale e umano e la capacità di chi ne fruisce di mettersi in uno stato contemplativo che permette di percepire questa attenzione alla vita e alla felicità. Ma tutto questo si genera solo in condizioni particolari di pienezza del vivere e soprattutto di soddisfazione e di gioia, emozioni che passano attraverso l'individuazione e l'appartenenza e sono messe in fuga dal titanismo incombente imposto dal di fuori che stravolge il paesaggio consolidato.
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domenica 22 giugno 2014
giovedì 12 giugno 2014
Ancora arte concettuale? No grazie
In cammino per Santiago
Leggo con meraviglia
e un certo sogghigno che qualcuno ha impiccato Catellan, in effige
naturalmente, era un manichino di cera con le sue sembianze appeso ad un
albero. Chi la fa l'aspetti direbbe il saggio, qualcuno ha voluto dimostrare
quanto ridicole siano certe performances di arte contemporanea con la loro
pretesa di ergersi al disopra del sentire comune. Ho già detto che per me non
si tratta di arte ma di esibizione narcisistica di disagi interiori che hanno
la pretesa di interpretare lo spirito dell'epoca e che, per il fatto di essere
mostruosi, nel senso latino di portentosi e provocatori, fanno colpo sui
mass-media e dunque costituiscono un potenziale di comunicazione che suscita
attenzione e quindi pubblico. Il solito Catellan è capace di richiamare molta
attenzione vuoi in negativo che in positivo, a quest'ultima categoria
appartengno quei pochi potenti che hanno fatto salire le sue quotazioni
vertiginosamente e che plaudono interessati ad ogni sua esibizione, alla prima
invece appartengono quei tanti, come me, che vorrebbero essere lasciati in pace
da queste provocazioni in un mondo reale che già di per sè ne è pieno: ai
famosi eccessi della "surmodernitè" di Marc Augè sono da aggiungere
anche questi. Ma veniamo ai fatti: dieci anni fa "regnava" a Milano
il sindaco Albertini amante delle installazioni provocatorie purchè di richiamo
internazionale, vedi Alba di luce davanti alla stazione Centrale, L'ago e il
filo in Piazza Cadorna, Liberskind alla ex fiera ecc, va da sè che il
personaggio non poteva non vedere di buon occhio la possibilità di mettersi in
mostra attraverso le performances di uno come Catellan. Dunque il suddetto
artista pensò bene che esibire dei manichini raffiguranti bambini appesi per il
collo alla quercia di piazza XXIV maggio fosse abbastanza scioccante da far
parlare tutti i media. E così fu. Infatti tutti i giornali ne parlarono e ci
furono i soliti stucchevoli dibattiti su ciò che era arte e ciò che non lo era.
Nel frattempo un muratore sensibile, offeso da questa macabra rappresentazione,
si arrampicò sull'albero e zac, tagliò le corde agli impiccati che caddero al
suolo. La maggior parte della gente applaudì ma non il Comune che denunciò il
poveretto per danneggiamento di opera d'arte e credo che fu anche processato.
Non so che fine abbia fatto ma forse quelli che hanno impiccato Catellan in
effige, dieci anni dopo, hanno voluto vendicarlo e lanciare questo
messaggio:"Siamo stufi di queste performances degli "artisti"
contemporanei, dei Piero Manzoni, dei Catellan, delle Abramovich e compagnia
cantante, siamo stufi dalla negatività umana ingigantita dai mass-media,
vogliamo ritornare ad un'arte che insegua la bellezza come rispetto per la vita
e come promessa di felicità, vogliamo provare emozioni positive e non essere
continuamente provocati da emozioni legate alla rabbia e alla paura. Di questo
dovrebbero tener conto gli amministratori prima di lasciar spazio a qualche
matto ricco e alle sue esternazioni e visto che si lamentano tanto degli
writers dovrebbero magari chiudere un occhio in più là dove sia individuato un
valore di arte nel senso suddetto, oltretutto è gratis. Tra l'altro farebbe anche meglio agli
assessori alla cultura visto che uno di questi è svenuto durante una perfomance
di Marina Abramovich.
lunedì 2 giugno 2014
La beffa di Livorno
Sono passati trent'anni dalla famosa beffa dei falsi Modigliani ma pare che l'etablissement dell'arte occidentale contemporanea non abbia imparato nulla dalla lezione, anzi addirittura si pensa di organizzare una mostra con i falsi che sicuramente richiameranno un vasto pubblico. Vale a dire non importa se quello era uno scherzo poichè ne ha parlato tutto il mondo il valore di quei sassi è diventato la loro capacità di attrazione che si traduce anche in denaro. La storia è questa per chi non la coscesse. Tre giovani studenti, appena usciti dalla maturità liceale, osservavano da un ponte le ricerche di una scavatrice in un canale di Livorno perchè qualche storico aveva messo in giro la voce che il bel Modì prima di trasferirsi definitivamente a Parigi, dove morì, lasciò la sua città arrabbiato contro di essa e gettò furente delle sue sculture in un fosso. Da qui le ricerche. I tre ragazzi si divertivano a veder tirar su di tutto tranne che le sculture e pervasi di spiritaccio toscano organizzarono la beffa mentre anche un altro "artista" si cimentava in ben due falsi. La sera buttarono in acqua ciascuno il proprio capolavoro gli uni all'insaputa dell'altro. Il mattino dopo ecco che nel tripudio generale la scavatrice trova le tre teste di pietra. I media i tutto il mondo ne parlano, grandi critici dell'epoca, da Argan a Ragghianti, ci cascano. E sì che Argan aveva scritto Salvezza e caduta dell'arte moderna. Si organizza una mostra, si trovano i soldi, che solitamente per la cultura non si trovano mai, per un catalogo di lusso. Quando i ragazzi confessano ai giornali lo scherzo non gli credono, devono andare in televisione e far vedere come hanno fatto. La curatrice ha un malore. Il mondo del'arte è scosso. Una cultura sana avrebbe reagito rimettendo in discussione alcuni dei pilastri dell'arte contemporanea: ad esempio il culto dell'avanguardismo e della provocazione, della originalità e della personalità, invece nulla. Ancora oggi si ride della beffa ma il nostro mondo consumista,in verità del culto del denaro, ha metabolizzato anche questo, anzi come per la Merda d'artista ci saranno sicuramente dei collezionisti che vorranno appropriarsi di questi falsi e qualcuno dirà che valgono perchè realizzati con intenzione artistica
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