L’articolo 2 del nostro statuto recita
Art.2 (scopo e oggetto)
L’associazione non ha fini di lucro, essa ha lo scopo di formare una nuova cultura ambientale attraverso l’educazione e la ricerca ai fini di creare nuove identità di operatori sensibili all’ecologia , all’architettura , al paesaggio e ai beni culturali attraverso un nuovo umanesimo che travalichi il contrasto uomo-natura per ricreare una nuova armonia e una nuova estetica. I principi che reggono l’attività dell’Istituto sono quelli della libertà di ricerca e di informazione e di un impegno democratico e pacifista nel tentativo di perseguire un ambiente più a misura della vita e dell’uomo partendo da una visione costruttiva ed umanitaria che mostri come alla base del benessere ci debba essere la finalità di non nuocere all’uomo e all’ambiente come unità inscindibile. per ricreare una nuova armonia e una nuova estetica
.
NUOVA VITA PER LE CASCINE LOMBARDE.
La Regione Lombardia con la legge n. 18 del novembre 2019 finalmente dopo il lavoro continuo dell'associazione 100 cascine, ha consentito il recupero delle strutture rurali dismesse o abbandonate. In sintesi la nuova norma permette il recupero degli edifici rurali dismessi o abbandonati, individuati dal PGT o con perizia che asseveri lo stato di abbandono di almeno 3 anni. I complessi rurali, centri di organizzazione della vita agricola, rappresentano i nodi principali del paesaggio agrario e costituiscono gli elementi fondamentali di riconoscibilità del territorio. L'associazione 100 Cascine ha l'obiettivo di individuare e promuovere in collaborazione con i centri di ricerca e le istituzioni del territorio politiche e normative per insediare nuove funzioni all'interno delle cascine. Ad esempio centri di ricerca ed ospitalità, di formazione e di lavoro che possano rappresentare, in una logica multifunzionale, una fonte di reddito alternativo per la conservazione dei fabbricati storici e per la tutela del territorio dal consumo del suolo.
La cascina del Guado
La Cascina è sita nella depressione morenica della valle del Ticino, in comune di Robecchetto con Induno frazione Malvaglio nei pressi del luogo dove sorgeva il Molino del Guado, risalente ai mulini del Naviglio poi gestiti dall’Ordine degli Umiliati. Fino agli anni ‘50 vi era Osteria con alloggio. Sia il Molino che l’Osteria finirono demoliti entro quel periodo. Del Molino restano le grandi pietre in granito per l’appoggio delle “ruote”. La strada (breccia) che congiunge in 840 metri la provinciale con la località della Cascina del Guado è comunale, e portava fino al 1602 al ponte in legno che traversava il Naviglio. I Bossi che infeudavano Induno con Guado, non accettarono il ponte in pietra proposto dallo Stato di Milano e demolirono il ponte in legno. Successivamente si insediò un traghetto a fiume.
La Cascina, per alcune costituzioni di materiali impiegati, rivela l’antico insediamento del XVI secolo per una parte, mentre l’attuale assetto di pianta risale, presumibilmente alla fine del XVII secolo. La costruzione contadina, con la muratura ancora parzialmente in sassi del Ticino, ospitava da tre a sei fuochi (navirolli, campari e molinari) fino al più recente secolo XIX, in cui fu adibita a dimora di “Bergamini” in transumanza con i bovini a svernare.
Nel 1971 una concessione edilizia
consentiva l’occupazione dell’area di una rudimentale tettoia per costruire una
loggia a colonne seicentesche in serizzo battuto a mano, provenienti da un
cantiere di via Santa Sofia di Milano, sul fronte del Naviglio. Venivano
mantenuti i piccoli capanni “rurali”.
L’atelier di Oppi diventa allora punto di ritrovo e libero riferimento per artisti, critici e operatori culturali, come Erik Gustafsson, Hector Roberto Carrasco (Mono), De Lima Medeiros, Augustin Espanol Viñas, Franca Lally, Max Capa, Franco Russo, Renzo Sommaruga, Giancarlo Gragnani, Henry Baviera, Oreste Amato, Dino Baranzelli, Piero Fabbri, Pino Colla, Cesare De Ferrari, Lacquaniti, Mario De Micheli, Mike Megale, Mike Selig, Bill Firschein, Luciano Capitini, Ernesto Tavernari, Adelina Aletti, Stefano Pizzi, Paolo Baratella, Leonardo Capano, Emilio Tadini, Mario Spinella, ecc. (anni 1969-1976). In quegli stessi anni veniva formandosi una biblioteca ed una emeroteca sempre più rilevante, fino agli attuali 14.000 pezzi circa. Contemporaneamente, con il contributo di molti giovani del territorio limitrofo, partiva l’attività “SPAZIO-PROVA per vivere, Arte fuori Arte, Lavoro fuori Lavoro”, un cantiere propositivo che creava opere in serigrafia manuale, l’edizione de “Il Guadolibro” (una raccolta testimoniale documentaria e artistica) e una collana di volumetti di riflessioni etico-sociali. Da un gruppo di questi stessi giovani nasceva la Cooperativa culturale Il Guado, 1973, poi trasformata in una Coop di lavoro, e una piccola Cooperativa Malvaglio “Bar Italia”, che aveva rilevato la licenza da un vecchio omonimo bar in frazione Malvaglio, dove si formò “La Bottega del Libro” e la LAL (Libera Associazione del Libro).
Un progetto oramai oggi
fortemente (e stabilmente) operativo.
Interessanti sono quegli aspetti
di formazione e acculturazione che in forma spontanea e naturale hanno come
matrice endogena la Cascina del Guado e la sua attività legata alla
comunicazione, che negli anni successivi (dal 1978 al 1988) riprende i temi
cari alla ricerca del design, della grafica, del marketing e della pubblicità
innovativa a sedimento-base culturale. Una folta schiera di giovani cresce in
questa sorta di terreno di coltura, avanzando in professionalità ed esperienza
su due direttrici (o filoni) di intervento .
La vocazione editoriale ha sempre caratterizzato ogni iniziativa, mentre gli aspetti documentali hanno fatto sì che si accumulasse un interessante quanto fitto archivio dei materiali prodotti, consistenti in fotografie, filmati, ampia produzione di ciclostilati, opere grafiche in serigrafia e xilografia, opuscoli tipografici con composizione a mano, raccolte di disegni, ecc.. In varie occasioni questi materiali sono stati esposti in bacheche presso la sede della Cascina del Guado con visite periodiche organizzate dai distretti scolastici, per classi della scuola dell’obbligo dalle elementari alle medie. In altri casi le mostre sono state allestite presso le scuole o in sedi istituzionali.
Nel 1991 il terzo periodo si
arricchisce di nuovo impulso in direzione specificatamente artistico-culturale
con la fondazione della Società Cooperativa Raccolto a.r.l. che ha sede presso
la Cascina del Guado e che caratterizza tutte le iniziative degli ultimi anni.
In questa fase si incrementa
ulteriormente il patrimonio documentale e librario e si intraprendono programmi
di eventi e grandi eventi concentrati in collaborazione condiversi Enti Locali
e Istituzioni o Fondazioni private di cui sono disponibili tutte le relative
documentazioni.
Lo Statuto della Cooperativa
prevede anche attività editoriali (RaccoltoEdizioni).
Nel 1995, al Guado, rinasce “il
Foglio dell’Umanitaria” bollettino dello storico Ente fondato da P. Moisè Loria
nel 1893 che ha come motto “aiutare i diseredati a risollevarsi da sé
medesimi”. Daniele e Francesco Oppi, con gli artisti del Raccolto, saranno
animatori di numerose iniziative culturali nei chiostri dell’Umanitaria fin dal
1994.
I giovani cominciano a ritornare
protagonisti (come negli anni ‘70) alla Cascina del Guado.
Intanto, nel 2002, il Comune di
Milano conferisce la Medaglia d’Oro di benemerenza, Ambrogino d’oro, a Daniele
Oppi (Presidente della Cooperativa Raccolto).
Il 2006 è segnato dalla scomparsa
di Daniele Oppi. L’eredità di intenti e di impegni portati a buon fine è
enorme. La Cooperativa Raccolto elegge Francesco Oppi alla presidenza.
Si sviluppa e consolida il
settore editoriale (tra il 2006 e il 2012 vengono curate e/o coordinate oltre
90 edizioni per privati ed Enti) e si rafforza l’impegno delle nuove
generazioni di “guadisti”.
Il Guado è anche catalogato ufficialmente come struttura architettonica storica del territorio Lombardo, facente parte del patrimonio culturale e paesaggistico rappresentato dai nuclei rurali e dal sistema delle cascine presenti sul territorio della valle del Ticino. Esso è, difatti, indicato tra i beni di rilevanza culturale della Regione Lombardia.
La cascina Castello
Il centro
culturale Artemista nasce dall’esperienza e dalle progettualità che l’associazione
ha condotto sul territorio e si configura come base per altre realtà artistiche
e culturali.
L’associazione Artemista nasce nel 2004 dall’incontro di artisti di varie
discipline attivi dai primi anni '90 con l’obiettivo di sviluppare progetti di
produzione e formazione unendo linguaggi diversi: teatro, musica e arti visive.
Il centro culturale si è sviluppato dal 2009.
L'associazione ha creato il centro ridando vita alla Cascina Castello, edificio
in parte del 1400 e in parte precedente all’anno 1000 nel comune di Spessa,
paese di 606 abitanti nella campagna pavese sul fiume Po. Nella
ristrutturazione sono state utilizzate tecniche di bioedilizia e si è puntato
all’alta efficienza energetica che usa fonti rinnovabili. Hanno preso parte ai
lavori maestranze, ma anche soci e volontari da tutto il mondo.
Artemista gestisce le attività del centro culturale (sale polifunzionali,
studio di registrazione e ostello) e ha sviluppato negli anni la vocazione di
residenza artistica multidisciplinare internazionale, organizza rassegne nel
centro e nel territorio, realizza progetti culturali interdisciplinari
sperimentando anche l'applicazione delle nuove tecnologie digitali sia
nell'ambito della produzione che in quello della formazione rivolgendosi in
particolare a giovani .
La cascina Cuccagna
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