I l sacro e il profano
La perdita della bellezza nel mondo contemporaneo è da rferirsi alla perdita del sacro, nel senso che il sacro è la realtà profonda. Il profano, che etimologicamente significa fuori dal tempio, è la realtà superficiale, quotidiana, mentre il sacro è la realtà sotto la superficie. La cifra del profano è la quantità, quella del sacro è la qualità. Il Novecento è il trionfo del profano, segnalato anche dagli artisti che denunciano questa perdita con i loro inquietanti manichini senza volto o, in campo letterario, con il pirandelliano, Uno, nessuno, centomila. Usando la metafora mitologica è la vittoria dei titani sugli dei, e quando vincono i titani c'è la perdita dell'armonia e il cosmo si trasforma in caos. Kosmos in greco antico ha un significato che va oltre quello dell'italiano universo, con cui lo traduciamo: il cosmo è sacro perchè divino ordine ed armonia, ogni cosa al posto giusto e quindi bellezza. Con la perdita del sentimento del sacro si è persa dunque la bellezza. Non per nulla la cosmetica che riguarda la bellezza del corpo deriva da cosmo. Lo scientismo del Novecento ci ha allontanati dalla bellezza cosmica, che cogliamo solo con la poesia, la quale nasce dal sentimento del bello, ovvero dalla creatività, in greco antico il verbo poieo, da cui deriva il vocabolo italiano poesia, vuol dire creare.
Tu scrivi che il sacro è la realtà profonda, e se è inteso così sono d’accordo. Tuttavia non bisogna dimenticare che del concetto di sacro si sono impadronite le religoni, che ne hanno fatto uno strumento di potere. Per esempio la religione cattolica chiama appunto sacramento il battesimo che di solito viene imposto ai neonati che non hanno facoltà di decidere. Con il battesimo la Chiesa ritiene di acquisire una sorta di proprietà spirituale dell’individuo: si pensi per esempio al famoso episodio del bambino ebreo Edgardo Mortara che papa Pio IX fece sottrarre con la forza alla famiglia perché una domestica cattolica, ritenendo il bimbo in pericolo di vita, lo aveva asperso di acqua benedetta (cioè sacra): il bambino essendo ormai cristiano non poteva rimanere in seno alla famiglia ebrea, fu letteralmente rapito e dovette essere educato nella religione cattolica, direi efficacemente perché da adulto divenne sacerdote.
RispondiEliminaMalgrado ciò, recentemente Pio IX è stato canonizzato.
Quindi io diffido sempre quando il sacerdote di qualche religione afferma che qualcosa sia sacro. Tra l’altro, come ha fatto notare Sigmund Freud nel saggio “Über den Gegensinn der Urworte” (Sul significato antitetico delle parole primordiali) in latino sacer significa sia sacro, sia maledetto, esecrando.
Giuseppe Federico
Caro Pino tu dici delle cose molto giuste e sono le stesse obiezioni che mi fa Marc nel mio libro L'altro architetto, Purtroppo le religioni organizzate diventano strumenti di dominio. In altri post ho affrontato questo argomento ed ho anche detto che l'Editto di Costantino che esprime l'accordo fra Impero Romano e Cristianesimo fu un tradimento di quest'ultimo, tuttavia qui non si tratta di sostenere la religione ma semmai la religiosità, da religo= lego insieme, unisco, cioé la tendenza dell'uomo a cercare un centro unificante per la propria esistenza che non puo che trascendere il quotidiano. Il sacro è questo per me e si contrappone al profano, il sacerdote era originariamente colui che fondava lo spazio sacro, da sacer e condere, e la bellezza, anche nella natura, ha a che fare con la sacralità della vita, cioè con il suo lato benedetto come afferma il poeta e filosofo Kalil Gibram. Il potere travisa sempre i significati delle cose basti pensare al sesso e all'attività sessuale, anche in epoca non cristiana.
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