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martedì 13 novembre 2018

Presentazione Manifesto sul diritto alla bellezza


martedì 1 luglio 2014

Il sacro e il profano


                                                                 I l  sacro e il profano 

La perdita della bellezza nel mondo contemporaneo è da rferirsi alla perdita del sacro, nel senso che il sacro è la realtà profonda. Il profano, che etimologicamente significa fuori dal tempio, è la realtà superficiale, quotidiana, mentre il sacro è la realtà sotto la superficie. La cifra del profano è la quantità, quella del sacro è la qualità. Il Novecento è il trionfo del profano, segnalato anche dagli artisti che denunciano questa perdita con i loro inquietanti manichini senza volto o, in campo letterario, con il pirandelliano, Uno, nessuno, centomila. Usando la metafora mitologica è la vittoria dei titani sugli dei, e quando vincono i titani c'è la perdita dell'armonia e il cosmo si trasforma in caos. Kosmos in greco antico ha un significato che va oltre quello dell'italiano universo, con cui lo traduciamo: il cosmo è sacro perchè divino ordine ed armonia, ogni cosa al posto giusto e quindi bellezza. Con la perdita del sentimento del sacro si è persa dunque la bellezza. Non per nulla la cosmetica che riguarda la bellezza del corpo deriva da cosmo. Lo scientismo del Novecento ci ha allontanati dalla bellezza cosmica, che cogliamo solo con la poesia, la quale nasce dal sentimento del bello, ovvero dalla creatività, in greco antico il verbo poieo, da cui deriva il vocabolo italiano poesia, vuol dire creare.

sabato 21 dicembre 2013

Natale

Credo che  questa ricorrenza meriti qualche riflessione soprattutto in questi tempi di crsi, non ho altro da proporre che ascoltare i poeti che sono le antenne sensibili dell' umanità. Riporto quindi lo scritto dell'amica Laura Tosca, poetessa e pittrice.

                                                Natale

faccio fatica a credere che il più potente
abbia voluto indossare l'essere umano
per condividere la povertà
e comprenderne la miseria

faccio fatica a credere che, umile e
generoso, parlando di amore,
di uguaglianza e di pace,
sia stato torturato ed ucciso

faccio fatica a credere che abbia perdonato
le menzogne, la viltà e l'arroganza,
il tradimento, le ferite e la morte,
senza serbare rancore o desiderare vendetta

faccio fatica a credere che viviamo il Natale
di corsa, con addobbi e regali,
mostarda e berrettini a sonagli
senza rievocare con commozione e gratitudine
l'inizio di una vita sublime, irraggiungibile,
bussola della nostra esistenza.