In cammino per Santiago
Leggo con meraviglia
e un certo sogghigno che qualcuno ha impiccato Catellan, in effige
naturalmente, era un manichino di cera con le sue sembianze appeso ad un
albero. Chi la fa l'aspetti direbbe il saggio, qualcuno ha voluto dimostrare
quanto ridicole siano certe performances di arte contemporanea con la loro
pretesa di ergersi al disopra del sentire comune. Ho già detto che per me non
si tratta di arte ma di esibizione narcisistica di disagi interiori che hanno
la pretesa di interpretare lo spirito dell'epoca e che, per il fatto di essere
mostruosi, nel senso latino di portentosi e provocatori, fanno colpo sui
mass-media e dunque costituiscono un potenziale di comunicazione che suscita
attenzione e quindi pubblico. Il solito Catellan è capace di richiamare molta
attenzione vuoi in negativo che in positivo, a quest'ultima categoria
appartengno quei pochi potenti che hanno fatto salire le sue quotazioni
vertiginosamente e che plaudono interessati ad ogni sua esibizione, alla prima
invece appartengono quei tanti, come me, che vorrebbero essere lasciati in pace
da queste provocazioni in un mondo reale che già di per sè ne è pieno: ai
famosi eccessi della "surmodernitè" di Marc Augè sono da aggiungere
anche questi. Ma veniamo ai fatti: dieci anni fa "regnava" a Milano
il sindaco Albertini amante delle installazioni provocatorie purchè di richiamo
internazionale, vedi Alba di luce davanti alla stazione Centrale, L'ago e il
filo in Piazza Cadorna, Liberskind alla ex fiera ecc, va da sè che il
personaggio non poteva non vedere di buon occhio la possibilità di mettersi in
mostra attraverso le performances di uno come Catellan. Dunque il suddetto
artista pensò bene che esibire dei manichini raffiguranti bambini appesi per il
collo alla quercia di piazza XXIV maggio fosse abbastanza scioccante da far
parlare tutti i media. E così fu. Infatti tutti i giornali ne parlarono e ci
furono i soliti stucchevoli dibattiti su ciò che era arte e ciò che non lo era.
Nel frattempo un muratore sensibile, offeso da questa macabra rappresentazione,
si arrampicò sull'albero e zac, tagliò le corde agli impiccati che caddero al
suolo. La maggior parte della gente applaudì ma non il Comune che denunciò il
poveretto per danneggiamento di opera d'arte e credo che fu anche processato.
Non so che fine abbia fatto ma forse quelli che hanno impiccato Catellan in
effige, dieci anni dopo, hanno voluto vendicarlo e lanciare questo
messaggio:"Siamo stufi di queste performances degli "artisti"
contemporanei, dei Piero Manzoni, dei Catellan, delle Abramovich e compagnia
cantante, siamo stufi dalla negatività umana ingigantita dai mass-media,
vogliamo ritornare ad un'arte che insegua la bellezza come rispetto per la vita
e come promessa di felicità, vogliamo provare emozioni positive e non essere
continuamente provocati da emozioni legate alla rabbia e alla paura. Di questo
dovrebbero tener conto gli amministratori prima di lasciar spazio a qualche
matto ricco e alle sue esternazioni e visto che si lamentano tanto degli
writers dovrebbero magari chiudere un occhio in più là dove sia individuato un
valore di arte nel senso suddetto, oltretutto è gratis. Tra l'altro farebbe anche meglio agli
assessori alla cultura visto che uno di questi è svenuto durante una perfomance
di Marina Abramovich.