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mercoledì 10 febbraio 2016

La crisi dell'amicizia

                                                    Infinito, olio su tela

Aristotele distingueva tre tipi di amicizia, quella per l’utile, quella per il piacere e quella vera disinteressata per il bene comune. Oggi possiamo affermare che nella società del capitalismo avanzato e dei social-media, dove si chiede e si dà l’amicizia via internet, trionfano le prime due ma è senza dubbio in grave crisi l’ultima. Amici nella tradizione sono due persone che entrano in un rapporto di intimità e di simpatia per aiutarsi e sostenersi. Non è mai stato facile trovare un amico infatti un vecchio proverbio recita: chi trova un amico trova un tesoro, a sottolineare che un vero amico è raro. Tuttavia in una società meno competitiva, come quelle del passato,  era sufficientemente possibile, oggi nella nostra civiltà dei consumi è molto raro. E’ più raro di un rapporto d’amore. L’amicizia, quella del terzo tipo, presuppone saggezza e distacco, un ego realizzato e una buona dose di gioia fondamentale. Senza questi ingredienti si cade nell’invidia, nella gelosia e nella rabbia. Tutte emozioni negative che avvelenano l’amicizia.  Un amico è colui che prova piacere dei tuoi successi e dispiacere per le tue sconfitte e i tuoi lutti ed è pronto a darti una mano. Invece si nota che nella nostra società individualista ognuno tende sempre a misurarsi con l’amico in ragione di una specie di gara verso il successo. Questo lo impariamo presto, a scuola i primi anni ci insegnano a gareggiare nel profitto e gli insegnanti ci stimolano a questo credendo cosi di ottenere di più. Ma non è cosi. Quando insegnavo avevo adottato un metodo in cui il bravo doveva aiutare il meno bravo in un lavoro collaborativo ottenendo risultati sorprendenti.  Tutti alla fine vogliamo essere felici, realizzarci, scoprire il significato della nostra esistenza e compierlo,  desideriamo che le altre persone ci amino e ci rispettino e vogliamo sentirci sicuri. Il vero amico ha compreso questa nostra uguaglianza e non si scandalizza se in questa ricerca ci allontaniamo per un po’. Non è geloso e non prova invidia.  Accetta che ognuno ha un percorso diverso da compiere nella vita per la propria realizzazione e, cosciente del proprio, non desidera sovrapporsi a quello dell’altro, anzi è interessato a comprenderlo e sa che lo arricchisce perchè è la manifestazione dello stesso Spirito che alberga in lui e prende diverse forme. Il termine sanscrito “namastè”, che è un saluto indiano, vuol dire proprio questo: riconosco in te lo spirito che è in me. Come si potrà notare questa realtà amorosa è piuttosto rara.  A volte si diventa amici perchè si hanno gli stessi interessi e valori. Questo accade sovente in politica e fra maestri e allievi ma questa amicizia tende a finire quando l’allievo si mette a competere e vuole superare il maestro. Le virtù che reggono l’amicizia sono l’onestà, la coerenza, la stima, la dignità, l’umiltà, la compassione, la comprensione, la tolleranza e la generosità, tutti attributi lontani dalla egolatria imperante nella nostra società individualista. Questo vale anche per le coppie  nel rapporto erotico che in più hanno l’attrazione sessuale e potrebbero rientrare nelle amicizie per piacere. Infatti se non si matura una amicizia vera, con il passare del tempo e con l’inevitabile caduta del desiderio, finiscono. Per quanto riguarda le coppie etero poi si debbono superare due archetipi che dormono in ciascuno, dominano il rapporto maschio femmina e influenzano sempre la scelta del partner: il mito dell’eroe per lei e il mito della maga fascinatrice per lui. E arriviamo all’amicizia dei politici. Quella la possiamo ascrivere in generale nella categoria aristotelica dell’utile, in una mentalità dicotomica che divide la realtà in amici e nemici in funzione del raggiungimento del potere. Queste amicizie sono ovviamente transitorie e superficiali, ognuno pensa alla propria convenienza e sono pompate dai mass-media e dai sostenitori. Torniamo ad affermare che l’amicizia è una cosa seria per persone illuminate, rare oggi e soprattutto fra i politici.


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