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giovedì 11 gennaio 2018

I falsi di Modigliani

                                             Un poeta al mare, olio su tela, cm 50x70

   Leggo trasecolando dei falsi Modgliani esposti a Genova. Non è bastata la burla di Livorno il povero Modi è sempre al centro di scandali e truffe. L’artista, scomparso a soli trentacinque anni, secondo alcuni avrebbe prodotto più da morto che da vivo, nel senso che girano nelle aste di tutto il mondo dei falsi che vengono spacciati per veri e venduti a cifre da capogiro con tanto di expertise. Nel caso citato sono una ventina i quadri in questione sequestrati dai carabinieri. Se consideriamo che un pezzo di questo autore è stato venduto da Sotheby's, per circa 200 milioni di dollari, terzo nella graduatoria dei massimi prezzi mai pagati al mondo per opere d’arte, e che uno di quelli esposti a Palazzo Ducale era valutato 35 milioni si può immaginare il giro di soldi che fa capo a questo pittore.  E’ inevitabile che venga preso di mira da falsari di varia natura, a cominciare dai critici disonesti che vengono pagati per dichiararne l’autenticità. Questo è il panorama del mercato dell’arte. Come dicevo a proposito della favolosa vendita del Salvator Mundi, i collezionisti ormai non collezionano più l’opera in se ma il valore che la rende inaccessibile ai più, come nel caso dei francobolli.  Ciò conduce a una grande confusione nel campo della produzione artistica e nel concetto stesso di arte infatti siamo giunti a tanto, come ho già avuto occasione di esporre nel mio libro L’altro architetto, per via di una cultura  nichilista che azzera il valore estetico in favore di quello finanziario, ciò anche in relazione alla concezione odierna dell’artista ereditata dalla degenerazione romantica di questo personaggio, considerato nietzchianamente al di là del bene e del male, sovranamente posseduto dal suo furor  creativo che spesso coincide con la disruttività se non ben educato. Modigliani appartiene  a quegli artisti mitizzati e resi leggendari da una agiografia che, come nel caso di Van Gogh, ha inteso considerarli martiri del loro amore per l’arte cui hanno sacrificato le loro giovani vite. E’arcinoto il suo soggiorno parigino, la sua tubercolosi, la sua passione per l’alcol nonchè la sua fine e il suicidio della sua compagna, questo ha fatto si che si creasse il mito di Modi e di conseguenza anche quello delle sue opere che, in tempi di pruderie, scandalizzarono i benpensanti. A parer mio vengono eccessivamente esaltate  da certa critica d’arte che lo considera grande per la sua originalità. Ma su questo abbiamo già avuto modo di scrivere in altro contesto, a proposito della concezione dell’artista oggi.    

lunedì 1 settembre 2014

La pittura


                                               I limoni di Sergia, acquerello cm 40x50

Perchè un architetto si diletta a dipingere anzicchè progettare? O più in generale che cosa spinge un uomo a trasformarsi in pittore?
Ritengo che per rispondere a questa domanda dobbiamo risalire ai primordi, all'arte primitiva delle grotte di Lascaux. Queste stupende opere, che raffigurano in genere animali, mostrano come la necessità di rappresentare il mondo naturale abbia origine antichissima e sia connaturata all'essere umano che manifesta l'esigenza di trascendere il quotidiano per entrare nella sfera del senza tempo. La funzione di questi dipinti aveva lo scopo di favorire la fusione con l'anima del mondo. Avevano infatti un significato apotropaico e magico che doveva aiutare il cacciatore o il raccoglitore a procurarsi il cibo necessario al nutrimento della sua tribù. Questo bisogno di rappresentazione e creazione, con lo sviluppo della civiltà diventa sempre più sofisticato, insegue l'ideologia dominante e si distacca dalla natura, come del resto la cultura si separa dal territorio e la città diventa il luogo tipico dell'arte. Ma la forza del segno è sempre attiva e ne è consapevole chi vuole educare e convincere, come ad esempio le religioni. Il fondamento sacro della pittura viene così regolamentato dai sacerdoti che ne sottolineano il valore simbolico. Tutta la forza creativa è così incanalata in regole precise che lasciano poco spazio alla fantasia, come nella pittura egizia, ma ordinano un linguaggio comprensibile alla comunità. Nella Grecia antica, mentre la cultura insegue la bellezza nella natura verso un ideale universale,  anche la pittura si sottomette a questa finalità e torna a occuparsi del naturale sia pure elevandolo e nobilitandolo.  Nel mondo islamico invece il divieto di rappresentare l'uomo spinge la pittura verso una iconoclastia che apre all'astratto e influenza anche il nostro medioevo. Il Rinascimento torna all'antichità per continuare nella ricerca del bello. Solo con l'epoca moderna la pittura e l'arte in genere si liberano dai vincoli religiosi ma perdono il loro potenziale di comunicazione.
Con il Romanticismo si sottolinea il valore della libertà dell'artista e della sua originalità che, senza più regole si cimenta a volte in sterili estetismi e in espressioni di disagi interiori. La ricerca della bellezza diventa la ricerca di verità sconcertanti e scomode con nuovi linguaggi espressivi in alternativa alla natura apparentemente dominata.
Oggi l'ecologia profonda come forma di pensiero riscopre la natura in tutti i campi, compresa la pittura che utilizza i mezzi più semplici , acqua e colori.
Se volete osservare alcuni miei lavori andate sul seguente sito.
http://mauriziospada.jimdo.com/