Parliamo ancora di guerra e di pace, le immagini dei cristiani uccisi e
crocifissi in Siria ci inorridiscono, non possiamo sapere se sono autentiche
perchè potrebbero essere manipolate dalla propaganda e messe in rete
per rovesciare lo sdegno generale dell’Occidente sulla parte nemica,
tuttavia purtroppo sappiamo che simili atrocità non sono risparmiate nelle
guerre e soprattutto in quelle a forte impronta religiosa. Il fatto di
utilizzare i mezzi della Rete per documentarle fa parte delle possibilità messe
in campo dalla tecnologia e al contempo fa parte degli eccessi della modernità,
ma queste cose sono accadute anche in altri tempi, basti leggere i resoconti
dei testimoni della conquista di Gerusalemme nella prima crociata per avere un
saggio sulle atrocità dei cristiani riversate, in questo caso, sui mussulmani.
Quando uno dei contendenti crede di avere
Dio dalla sua parte non vi sono limiti
alle atrocità ed al disprezzo della vita dell’avversario e purtroppo in
tutte le guerre ogni contendente ritiene di avere questa esclusiva. Gli atti di
fede non mi sono mai piaciuti proprio perchè presuppongono una scelta di campo
rigida e irremovibile che serve solo a
svalutare le scelte di altri e ad aderire al pensiero riduttivo e dicotomico
amico-nemico. Con l’editto di Costantino, di cui lo scorso
anno ricorreva l’anniversario, a mio parere, il Cristianesimo ha tradito
il suo messaggio per legarsi al potere.
Tuttavia l’affermazione evangelica, « date a Cesare quel che é di Cesare e
a Dio quel che é di Dio » lo ha messo in salvo da un abbraccio mortifero.
In Europa infatti, benché guerre di religioni terribili si siano combattute, si é potuto
sviluppare anche un pensiero laico e umanistico che sotto un certo profilo ha
influenzato la stessa Chiesa. Le democrazie
occidentali, derivate dalla rivoluzione francese, hanno potuto nascere in
conseguenza anche di questo. Non é accaduto la stessa cosa per l’Islam dove
potere e religione sono rimasti uniti in un abbraccio inscindibile. Da qui la
difficoltà dei regimi democratici
islamici di staccarsi dal fanatismo religioso. Personalmente ritengo che
sarebbe una bella cosa che la Chiesa cattolica rinunciasse alla recita del Credo nella Messa che è un lascito
del Concilio di Trento, della controriforma e delle guerre tra cattolici e
protestanti. Se Dio è amore, come papa
Bergoglio continua a sottolineara, non ha bisogno di tutte quelle affermazioni
altisonanti che ai più non significano nulla perché appartengono a una visione veterotestamentaria superata e fautrice di divisioni fra gli
uomini. Vorrei sottolineare la differenza fra fede e consapevolezza, la prima
viene dall’esterno e prevede un’adesione ad una dottrina con un credo la
seconda viene dall’interno e prevede un diverso stato di coscienza, più
profondo, ottenuto con fatica e perrseveranza. Le religioni a questo livello di
coscienza dovrebbero portare ad uno stato, in cui ci si sente amore, invece che alle guerre,
frutti della divisione generata dai credi.