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giovedì 1 gennaio 2015

Primo dell'anno 2015

                                              Omaggio alla rosa, acquarello su carta 40x60

Il primo dell’anno é dedicato alla Pace e  ogni volta siamo qui a riflettere sul significato di questa ricorrenza e cosa voglia dire, nel profondo, questa parola. E’ sempre ambigua questa  aspirazione alla pace in un mondo che intanto prospera grazie alle guerre. Duemila anni di cristianesimo non hanno risolto il problema delle continue guerre che insanguinano, di volta in volta ,ora un paese ora un altro.  Adesso è la volta dell’Ucraina  ma non dimentichiamo il Medio Oriente e i paesi africani. Quando una questione diventa importante per l’opinione pubblica di una nazione subito si trova qualcuno disposto a uccidere e a sacrificare la vita per quella causa, anche se magari, passato un po’ di tempo, questa viene superata dai fatti e la gente non la tiene più in nessuna considerazione. Prendiamo ad esempio le guerre fra cattolici e protestanti nel seicento europeo : per circa trent’anni non si poteva sopportare che qualcuno professasse una dottrina diversa, alla fine non  importava più niente a nessuno ma intanto un sacco di gente era stata uccisa. Bisogna sempre trovare un nemico su cui scaricare le colpe del nostro malessere esistenziale e delle ingiustizie sociali.  Sembra che noi amiamo la guerra perché ci impedisce di guardarci dentro e di vedere il nostro lato ombra. Hillmann, come dicevo nei post precedenti sull’argomento, ha scritto un libro dal titolo significativo : Un terribile amore per la guerra. Le motivazioni dunque sono spesso, palesi o nascoste, di natura religiosa, anche perchè chi va in guerra e rischia la vita ritiene sempre di avere Dio o gli dei dalla sua parte, le ragioni economiche spesso sono una scusa per giustificare  la ferocia di una guerra.  Ma allora che fare ? E’ inevitabile questo precipitare nel pensiero dualistico amico-nemico ?  A parer mio no ma cio’richiede un notevole sforzo di educazione all’umiltà, alla pazienza, alla tolleranza e alla comprensione che oggi, primo dell’anno dedicato dalla Chiesa alla Madre di Gesù, ci ricordano che sono virtù femminili dimenticate dalla nostra cultura sia pur detta cristiana e pur anche a volte dagli stessi movimenti femministi. Allora si capirà che la violenza è stupidità e ignoranza ed essendo la causa di natura religiosa con un processo omeopatico si dovranno usare le religioni per guarire. La marcia per la Pace di Assisi, la città del Santo più olistico, ecumenico ed evangelico insieme, dimostra quanto affermo. Riflettendo sull’ attualità del messaggio francescano e leggendo che, da quando il Papa ha preso il nome del Santo Poverello, Assisi assiste ad un notevole incremento del turismo religioso viene da chiedersi come mai in duemila anni certi passaggi dei Vangeli sono stati trascurati dalla Chiesa fomentatrice nei secoli passati di guerre terribili . Si afferma che il cristianesimo sia la religione dell’amore ma quale esegesi dei Vangeli ha permesso la tortura, le  persecuzioni, i delitti e le guerre ? In nome di quale amore ? Francesco è una figura anomala o è la più corretta corrispondenza tra la Parola e l’azione ? Ogni grande spiritualità insegna il distacco dai beni materiali, dal potere, dalla fama e dagli onori. Vuoi vedere che è proprio per evitare le guerre fratricide ? Quando il cristiano ascolta il messaggio del suo fondatore , « Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come  la dà il mondo, io  la do a voi » (Giovanni 14/27)  comprende che questa condizione di pace è una totale rinuncia  al  proprio Ego e quindi alle ragioni della guerra e un abbandonarsi alla bellezza della vita ?