Il primo dell’anno é
dedicato alla Pace e ogni volta siamo
qui a riflettere sul significato di questa ricorrenza e cosa voglia dire, nel profondo, questa parola. E’ sempre ambigua
questa aspirazione alla pace in un mondo
che intanto prospera grazie alle guerre. Duemila anni di cristianesimo non hanno
risolto il problema delle continue guerre che insanguinano, di volta in volta ,ora
un paese ora un altro. Adesso è la volta
dell’Ucraina ma non dimentichiamo il
Medio Oriente e i paesi africani. Quando una questione diventa importante per
l’opinione pubblica di una nazione subito si trova qualcuno disposto a uccidere
e a sacrificare la vita per quella causa, anche se magari, passato un po’ di
tempo, questa viene superata dai fatti e la gente non la tiene più in nessuna
considerazione. Prendiamo ad esempio le guerre fra cattolici e protestanti nel
seicento europeo : per circa trent’anni non si poteva sopportare che
qualcuno professasse una dottrina diversa, alla fine non importava più niente a nessuno ma intanto un
sacco di gente era stata uccisa. Bisogna sempre trovare un nemico su cui
scaricare le colpe del nostro malessere esistenziale e delle ingiustizie
sociali. Sembra che noi amiamo la guerra
perché ci impedisce di guardarci dentro e di vedere il nostro lato ombra.
Hillmann, come dicevo nei post precedenti sull’argomento, ha scritto un libro
dal titolo significativo : Un terribile amore per la guerra. Le
motivazioni dunque sono spesso, palesi o nascoste, di natura religiosa, anche
perchè chi va in guerra e rischia la vita ritiene sempre di avere Dio o gli dei
dalla sua parte, le ragioni economiche spesso sono una scusa per giustificare la ferocia di una guerra. Ma allora che fare ? E’ inevitabile
questo precipitare nel pensiero dualistico amico-nemico ? A parer mio no ma cio’richiede un notevole
sforzo di educazione all’umiltà, alla pazienza, alla tolleranza e alla
comprensione che oggi, primo dell’anno dedicato dalla Chiesa alla Madre di
Gesù, ci ricordano che sono virtù femminili dimenticate dalla nostra cultura
sia pur detta cristiana e pur anche a volte dagli stessi movimenti femministi.
Allora si capirà che la violenza è stupidità e ignoranza ed essendo la causa di
natura religiosa con un processo omeopatico si dovranno usare le religioni per
guarire. La marcia per la Pace di Assisi, la città del Santo più olistico,
ecumenico ed evangelico insieme, dimostra quanto affermo. Riflettendo sull’
attualità del messaggio francescano e leggendo che, da quando il Papa ha preso il
nome del Santo Poverello, Assisi assiste ad un notevole incremento del turismo
religioso viene da chiedersi come mai in duemila anni certi passaggi dei
Vangeli sono stati trascurati dalla Chiesa fomentatrice nei secoli passati di
guerre terribili . Si afferma che il cristianesimo sia la religione
dell’amore ma quale esegesi dei Vangeli ha permesso la tortura, le persecuzioni, i delitti e le guerre ? In
nome di quale amore ? Francesco è una figura anomala o è la più corretta
corrispondenza tra la Parola e l’azione ? Ogni grande spiritualità insegna
il distacco dai beni materiali, dal potere, dalla fama e dagli onori. Vuoi vedere che è
proprio per evitare le guerre fratricide ? Quando il cristiano ascolta il
messaggio del suo fondatore , « Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non
come la dà il mondo, io la do a voi » (Giovanni 14/27)
comprende che questa condizione di pace è una totale rinuncia al
proprio Ego e quindi alle ragioni della guerra e un abbandonarsi
alla bellezza della vita ?