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venerdì 24 aprile 2020

Addio a un amico letterato

                                                        L'infinito, olio su tela

 
Caro Federico te ne sei andato cosi inaspettatamente dopo che ci siamo sentiti al telefono in questo periodo di coronavirus che ci ha costretti in casa. Erano ormai anni che seguivamo, Gabriella ed io, le tue vicende di salute e contavamo che tu ormai ti fossi acclimatato con la tua patologia, l’avessi in qualche modo compresa e accettata e dunque ci convivessi bene per chissà quanti anni ancora e magari interpretandone il messaggio la superassi. Non è stato cosi e un po’ di rabbia, debbo ammettere, questa tua dipartita me l’ha lasciata. L’ultimo tuo commento al mio articolo, Coronavirus, sul blog è finito con un accenno pessimistico a un Dio che ce l’ha con l’uomo quindi nonostante la tua dichiarazione sorprendente di essere cattolico cristiano, che non mi sarei aspettato, la tua divinità appartiene alla tradizione dell’antico testamento o addirittura alla antica Grecia, il tuo riferimento a Nietzsche lo attesta. Lui diceva che quel Dio era morto ma non trovandone un altro è impazzito. Tu invece lo hai risuscitato nei panni del punitore che manda le pandemie a una società corrotta, come a Sodoma e Gomorra. Immagino che ora, dovunque tu sia, avrai svelato il mistero per cui ritengo ininfluente che ti parli della mia concezione della trascendenza  ma questo fa bene a me e quindi proseguo. Il Nuovo Testamento, nonostante tutto, è un messaggio di amore che richiede molteplici interpretazioni, la più accreditata è che Dio è amore e dunque si veste della carne umana per indicare la strada della creatività e della vita non quella della morte. Infatti, benchè ucciso dalla diffidenza, dalla paura e dalla stupidità del Potere, risorge.  Già prima di Cristo i filosofi avevano detto che l’amore crea e l’odio distrugge, Empedocle ad esempio, dunque è conseguente pensare che il Creatore non può che essere creativo e quindi amante. Ne deriva che quando in te alberga l’amore, sia verso te stesso che gli altri, sei simile a Dio ma, come affermano i buddisti, in noi albergano, non so perché,  i semi di tutti i sentimenti, negativi e positivi, dunque dobbiamo allenarci a sostenere quelli che ci fanno bene e lasciare inerti quelli che ci danneggiano. Il messaggio cristiano può essere letto anche cosi: una strada per star bene, in fin dei conti le Beatitudini sono questo. Del resto lo stesso pagano Aristotele scriveva nell’Etica Nicomachea che le virtù sono per il bello e quindi per la felicità. La psicoanalisi in tempi moderni ci ha abituati a guardarci dentro e a scoprire l’inconscio, pieno di quelle cose che non ci piacciono, cioè rabbia, paura, desiderio e cosi via, perché l’educazione ci ha abituati a rimuoverle e con quello dobbiamo confrontarci. Quindi l’inconscio collettivo della nostra società ipocrita e superficiale è una sorta di ripostiglio dove stazionano le nostre forze distruttive che se non vengono affrontate ci danneggiano, vedi la pandemia o la malattia. Il corpo è un insieme di energia e informazioni e cosi la natura, il nostro corpo più grande, e se questi messaggi sono  cattivi ne risentiamo anche a livello fisico oltre che psichico naturalmente. Ma sotto tutto questo vi è uno strato originario di gioia pura, il nostro retaggio divino. Per questo i bambini sono allegri e vivaci, loro sono più vicini a questo fondo di verità, del resto il Cristo non dice forse: lasciate che i bimbi vengano a me? Perdiamo questo stupore infantile e questa gioia fondamentale quando sviluppiamo per paura un ego diffidente che si attacca alle illusioni di felicità. Infatti tutte le tradizioni di saggezza, quindi anche il Vangelo, non dicono forse che bisogna abbandonare le illusioni, cioè Maia, per essere felici e costoro non vengono chiamati risvegliati, a indicare che in realtà ritroviamo quello che in realtà già siamo? La favola dei fratelli Grimm “La fortuna di Gianni” è emblematica.  Venendo a noi tu che eri un letterato e che hai scritto molto inseguendo un assoluto attraverso l’amore per una donna che non trovavi mai, influenzato molto dalla cultura romantica, non ti sei accorto forse che il tuo miglior personaggio è stato Napoleone, il barbone dei giardini Montanelli che nell’Isola di Serifo, proprio perché niente possiede, conduce tutta la compagnia di frustrati alla famosa nuova terra. Credo dunque che tu sia andato  a cercare quest’ isola e spero l’abbia trovata ed abbia saziato la nostra dotta ignoranza anche perché come ben ricordi Marcel Proust diceva che il vero viaggio di scoperta non è quello di cercare nuove terre ma avere nuovi occhi. Ciao Fede.

domenica 5 aprile 2015

Pasqua di resurrezione

                                                Borgo ligure, acquarello su carta

Cosa significa oggi festeggiare la risurrezione del Cristo ? Possiamo affermare che senza dubbio è la ricorrenza più importante della cristianità ma quanti se ne rendono conto, credenti o non credenti ? E’ la festa della creatività, non per nulla é situata all’inizio della primavera quando la natura si risveglia dal sonno invernale. La chiesa ha voluto situare il ricordo della risurrezione  del suo fondatore quando il sole incomincia a intiepidire l’aria e gli alberi si coprono di gemme e foglie nuove.  Non so se si riflette abbastanza che risorgere è l’atto creativo per eccellenza, infatti creare è passare da uno stato di non vita ad uno di vita. Il Cristo ha la capacità di risorgere dalla morte perchè è l’essere più creativo che sia mai esistito. Questa sua qualità gli deriva dal fatto che è libero dal peccato, come caratteristica dell’ego. Il suo donarsi totalmente l’ha liberato ed ha potuto rinascere. “Poichè dando si riceve », diceva Francesco d’Assisi che resta il migliore interprete del Vangelo, e più in là : « perdonando si è perdonati  e morendo si rinasce a vita eterna ». E’ questo in sintesi il messaggio cristiano più autentico.  Potremmo aggiungere quanto affermava Kalil Gibran a proposito del dolore compagno inevitabile della vita : esso è la rottura del guscio della nostra intelligenza. Il dolore per la perdita delle proprietà dell’ego ci conduce ad una creatività superiore. Del resto le beatitudini che il Cristo elenca sono tutte  una rinuncia ai valori del mondo. Sono un viatico di guarigione dalle malattie generate dall’adesione a quei canoni.  Questa rinuncia porta alla risurrezione. Quante volte nella nostra vita attraversiamo momenti di morte e poi risorgiamo se lasciamo andare i nostri attaccamenti alle cose del mondo ?  « Vi do la pace, vi do la mia pace, non come ve la da il mondo Egli ci dice e questa pace è la rinascita, la risurrezione attraverso le beatitudini : beati i poveri in spirito perchè di essi è il regno dei cieli, beati gli afflitti perchè saranno consolati, beati i miti perchè erediteranno la terra, beati quelli che hannno fame e sete della giustizia perchè saranno saziati, beati i misericordiosi perchè troveranno misericordia, beati i puri di cuore perchè vedranno Dio, beati gli operatori di pace perchè saranno chiamati figli di Dio, beati i perseguitati per  causa della giustizia perchè di essi è il regno dei cieli. Alessandro Jodorowsky, benchè di origine ebraica, ha scritto un intero volume, dal titolo I Vangeli per guarire, sulle beatitudini, analizzzate con la profondità della sua psicologia esoterica risultano esssere metodi di guarigione dalle nostre malattie individuali e sociali. Questa, e quindi la rinascita o la risurrezione, avviene quando comprendiamo che il vero essere deriva dalla rinuncia al potere dell’ego, che si traduce in rinuncia alla presunzione, all’aggressività, al disprezzo e all’invidia generati dagli attaccamenti ai valori mondani. Cio’ conduce automaticamente ad un uomo nuovo, quello che si fa servitore e non si fa servire.  Oggi i potenti,  anche cattolici, ascoltino questo messaggio.