I bagni Regina, acquarello su carta
Di fronte alle
manifestazioni della politica nostrana viene spontaneo chiedersi se esista una
sinistra nel nostro paese e che cosa sia di sinistra. Credo che valga la pena
chiederselo per poter poi giudicare i nostri governanti che si definiscono di sinistra.
Storicamente essa era quella parte che voleva l’uguaglianza dei cittadini indipendentemente dal censo o
peggio dal casato. Nasce dalla rivoluzione francese nei tre principi, egalitè, fraternitè e libertè.
Dobbiamo tener presente che l’illuminismo l’ aveva favorita credendo
ingenuamente nel raggiungimento della
felicità, le but de la revolution c’est le boneur, affermavano.
La sinistra dunque è per il riscatto sociale, per la difesa dei più
deboli per la flessibilità dei ruoli di potere che vengono attribuiti a chi
dimostra di avere le capacità indipendentemente dalle origini. Dunque la
sinistra è per la continua riforma del sistema di potere per renderlo più giusto
e creativo, per la selezione attraverso il merito e le doti naturali e non per
le rendite di posizione. Quindi la sinistra è per il cambiamento e non per la
rigidità. Tutto questo alcuni hanno pensato improvvidamente che lo si potesse
ottenere con rivoluzioni violente altri con riforme. Massimalisti gli uni,
riformisti gli altri. Ma aldilà dei
mezzi per raggiungere gli scopi suddetti di un nuovo umanesimo si tratta in cui
prevale la fiducia, la solidarietà e la ricerca dell’uguaglianza. E’ basato
insomma su sentimenti ed emozioni positive e non sugli egoismi e sulla paura, emozioni negative. Per raggiungere questo
stato sociale viene ovviamente data molta importanza alla educazione poichè il
popolo, tenuto per secoli nell’ignoranza e nella sudditanza, ha bisogno di essere
istruito per diventare classe dirigente. Da qui l’importanza che viene data
alle scuole perchè il quarto stato deve essere preparato e messo nelle
condizioni di competere con i ricchi nell’assunzione del potere. La scuola diventa cosi un ascensore sociale
che tende a valorizzare i talenti naturali perchè siano messi al servizio della
collettività. Questo era anche il pensiero di Mosè Loria quando lascio’ il suo
patrimonio per fondare una scuola di arti e mestieri, l’Umanitaria, affinchè i
cosidetti « diseredati » si rilevassero da soli, con le proprie
capacità. Lo stesso assunto teorico
anche di Riccardo Bauer che,
antifascista al confino con Pertini, dopo la liberazione preferi restare a
dirigere la Scuola della Società Umanitaria piuttosto che andare in parlamento.
La pedagogia degli oppressi, tanto per citare un saggio di Paulo Freire degli
anni ottanta, è di fondamentale importanza per una politica cosidetta di
sinistra. Dunque tutto quello che è orientato al riscatto sociale dei più
deboli è di sinistra, dai diritti degli andicappati a quelli delle minoranze di
vario genere. Lo stato
interviene a smorzare la forbice tra ricchi e poveri generata dal mercato senza
regole frutto del liberalismo più sfrenato. Infatti ad una concezione socialista
che abbiamo delineato si contrappone una concezione liberale che lascia le cose come stanno e pretende di
dare la massima libertà all’iniziatva privata e alle leggi della
concorrenza. Il fondamento della sinistra
quindi è la fiducia nella persona umana al dilà delle differenze di censo, di
razza e di religione E’ emblematico che ultimamente le uniche cose di sinistra le dica Papa
Francesco che si ispira ovviamente ai Vangeli. Tra i nostri politici
di sinistra purtroppo vediamo una degenerzione di questi principi nel
buonismo, nel protagonismo e nella esibizione narcisistica del potere che
portano al populismo, ahimè.